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    13 days ago

    Ammesso e non concesso che l’Italia abbia una concreta necessità di avere un robusto apparato di difesa, Leonardo produce e vende armi in tutto il mondo.

    La parola “Difesa” per definire quella industria dice già tutto quello che c’é da dire sulla trasparenza di intenti e modalità che trasmetterebbero ai ragazzi.

    Non che serva un’analisi così raffinata, sono le modalità già estensivamente adottate dal complesso militare USA.

    • @Draghetta
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      13 days ago

      L’Italia ha necessità di avere un apparato robusto di difesa perché fa parte del patto atlantico e questo richiede una certa quantità di contributi per avere una certa quantità di dividendi di pace. Se non facesse parte del patto atlantico, per inciso, ne servirebbe parecchia di più - da parte di ogni nazione.

      La Leonardo produce ANCHE armamenti da esportazione, e questo può essere problematico se questa esportazione avviene nei confronti di nazioni particolarmente birichine come il Sudan, ma le esportazioni di armi sono regolamentate dallo Stato e se hai problemi con il modo in cui vengono esportate c’è da rifarsela con il legislatore, non con l’azienda.

      L’esportazione di armi è una fonte di guadagno sia per l’azienda che essendo privata ha bisogno di entrate che vadano oltre ai bandi statali, sia per lo Stato che le autorizza singolarmente e guadagna da ognuna di esse. Esportare armi agli alleati fa parte dei benefici delle alleanze militari e non c’è nulla di abietto, a meno che non si sia pacifisti oltranzisti ma spero non sia il tuo problema.

      Lo scopo principale dell’industria militare resta comunque la difesa, che questa cosa ti torni oppure no. La retorica antimilitarista che mi sembra di sentire da parte tua è proprio quello che vorrei si contrastasse con iniziative come questa, motivo per cui sono contento che ci siano. Lo vorrei anche io un mondo senza armi ma non è il mondo in cui viviamo, e non è certo con la retorica pacifista che si cambierà.

      “Pacifism is objectively pro-Fascist. This is elementary common sense." - Orwell

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        13 days ago

        I pacifisti oltranzisti, ancora una volta ammettendo e non concedendo abbiano una posizione insostenibile, sarebbero per la totale demilitarizzazione.

        Io sto solo dicendo che l’industria militare, che per chiunque non ha delle fette di petroldollari sugli occhi sono tra i più concreti fomentatori di conflitti armati (ovvero gente con pari diritti e dignità morta) assieme all’industria petrolifera, anche ammettendo questo sia solo accidentalmente o necessariamente vero, è alla meglio una triste necessità e non riveste alcun ruolo educativo.

        Decidere di prendervi parte può essere legittimo solo da parte di una persona adulta, e pienamente formata.

        • @Draghetta
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          13 days ago

          Ci mancherebbe, nessuno propone di fare la Melonijungend, è chiaro che FARE PARTE del mondo militare deve essere una scelta fatta da adulti. Ma qui si parla di esposizione, non di partecipazione.

          La difesa, è vero, è una triste necessità. Non vedo perché questo debba voler dire in qualche modo dover proteggere i bambini dalla sua esistenza, trattando come se fosse un tabù quello che invece - purtroppo, siamo d’accordo - fa parte della nostra esistenza. Preferisco invece di gran lunga che i ragazzi sappiano che la difesa è un settore come gli altri, con la sua necessità e con le sue regole, che i militari sono persone normali che hanno scelto di difenderci per lavoro e non dei pazzi sanguinari, che le aziende come la Leonardo sono parte integrante della nostra sicurezza e dell’importanza italiana nel sistema geopolitico (pensa anche solo al GCAP) e non (soltanto?) degli spacciatori di morte.

          La realtà è più complessa di “armi good” e “armi bad”, e i ragazzi di solito non sono dei cretini. Non capisco perché trattarli come tali come fa chi parla di “militarizzazione delle scuole”. Che male c’è se sono esposti a una parte - purtroppo - importante della loro realtà, nonché a una ragione primaria - ripeto, purtroppo - della libertà e sicurezza che danno per scontate?

          Tu pensi non abbia un valore educativo? Non sono d’accordo. Io penso ce l’abbia, come penso che lo avrebbe fare delle gite ai mattatoi e ad altre cose spiacevoli che contribuiscono al nostro benessere.

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            12 days ago

            Idealmente condivisibile, nel mondo reale l’avvicinamento dei giovani al comparto “della difesa” è invariabilmente associato a volontà di arruolamento.

            i militari sono persone normali che hanno scelto di difenderci per lavoro e non dei pazzi sanguinari, che le aziende come la Leonardo sono parte integrante della nostra sicurezza e dell’importanza italiana nel sistema geopolitico

            Non ci metterei la mano sul fuoco, tutti i militari che conosco sono o esplicitamente violenti o benedetti dal dono del non capire un cazzo di come funziona il mondo…

            • @Draghetta
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              12 days ago

              arruolamento

              Alla Leonardo? Ma glie lo auguro, è una carriera niente male per un ingegnere a quanto mi dicono - anche se di solito si parla di candidatura più che di arruolamento.

              Se poi pensi che un ragazzo si fa un giro alla Leonardo e decide di arruolarsi soldato non so bene che idea tu abbia dei ragazzi.

              I militari che conosco sono pazzi violenti

              … ok? Quelli che conosco io no, che si fa?

              • @[email protected]
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                11 day ago

                Si tiene il complesso militare lontano dai percorsi formativi. C’é Storia obbligatoria nei programmi, dovrebbe bastare.

                • @Draghetta
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                  11 day ago

                  Mi sembra tu abbia una posizione molto ideologica e poco realista. È stato un bello scambio, ma non penso ci sia più valore che possiamo ricevere l’uno dall’altro. Ta!

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                    11 day ago

                    E a me sembra tu sia caduto nella trappola del mantenimento dello staus quo. Ho apprezzato comunque la completezza delle argomentazioni e i toni. Ta a te!